GLAMorous! Edizione Digitale Di Beni Culturali Con Contenuto Testuale, Multidisciplinarietà  Ed Epigrafia Digitale

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Authorship
  1. 1. Marion Lamé

    Centre Camille Jullian - CNRS (Centre national de la recherche scientifique), Istituto di Linguistica Computazionale (ILC) (Institute for Computational Linguistics) - Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Laboratorio di Cultura Digitale - Università di Pisa

Work text
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Il progetto Tesserarum Sisciae Sylloge (TSS) mira alla digitalizzazione di più di 1100 etichette commerciali di piombo di epoca romana (I-III secolo d.C.) conservate nel Museo Archeologico di Zagabria. Hanno le dimensioni approssimattive dei nostri francobolli e portano incisioni con informazioni relative  alla tintura della lana (prezzi, prodotti, ecc.).
L’edizione scientifica è a cura di Radman-Livaja, 2014 e il disegno seguente è il fronte dell’etichetta 12563 pubblicata dall’editore

Queste etichette, beni archeologici sotto la responsabilità dei GLAM (Galleries, Libraries, Archives and Museums), sono anche oggetto di studio scientifico, e quindi da considerare sotto vari punti di vista: beni culturali, fonti primarie di informazione per gli studi storici, epigrafi, Text Bearing Object (TBO) etc. Sia nell’interesse del pubblico che della ricerca, abbiamo realizzato, tramite l'edizione digitale di queste etichette romane, un open access a questa documentazione (Terras, 2015), facilitato da un framework digitale che copre gli aspetti di visualizzazione, divulgazione e informazione scientifica.
Lavori precedenti (vedi ad es. Terras, 2006 con le tavolette di Vindolanda) avevano approfondito le riflessioni riguardo alla rapresentazione digitale e alla decifrazione di un TBO simile per certi aspetti (scritura manoscritta) e sono serviti come punto di partenza in fase preparatoria. Il progetto TSS è stato, durante l’anno 2015, l’ambiente di sviluppo di un aspetto metodologico specifico dell’epigrafia digitale, che mette al centro della procedura di digitalizzazione l’oggetto archeologico, cioè la fonte primaria di informazione dello storico. Si basa sull’analisi dispositiva (dispositive analysis) ed è approfondito in Lamé 2015a. L’analisi dispositiva prende in considerazione i vari elementi eterogenei che partecipano al messaggio epigrafico, tenendo conto delle dimensioni sociali e culturali del TBO in quanto oggetto di studio della storia digitale. Propone un insieme di tappe e di procedure che possono includere il crowdsourcing (vedi Ridge 2014).
Raggiunti i primi obiettivi prefissati, utilizzando le tecnologie di Reflectance Transforming Imaging (RTI), siamo entrati in una fase che potremmo chiamare di document editing e che riguarda le metodologie del Cultural Heritage, i Digital Autoptic Processes (DAP), la materialità dell’oggetto, e la sua accessibilità a tutti i pubblici dell’Archeological Museum of Zagreb in modo da svolgere sia una missione scientifica che di mediazione museografica verso il suo pubblico. Tuttavia, come sottolinea Pierazzo 2015 (specialmente pp. 70-83), document editing (edizione del TBO) e textual editing (edizione del testo) sono metodi editoriali complementari: se si possono distinguere non si possono separare. Il textual editing è uno dei campi di ricerca più sviluppato nell’ambito delle Digital Humanities ed è ben supportato dal punto di vista tecnico, in particolare grazie allo standard TEI. Il testual editing ha raggiunto la matturità necessaria per essere abbinato e combinato agli aspetti che riguardano il documento.
Il contesto dell’epigrafia digitale del progetto TSS, che presenteremo nella sua versione 1.0, con le conclusioni metodologiche attinenti all'informatica umanistica, in occasione del convegno DH16, fornisce documenti epigrafici la cui funzione è per natura diversa dal manoscritto. Questo genera alcune conseguenze, come, ad esempio, l’assenza del concetto di pagina ma l’uso di quello meno controllabile tecnicamente di ‘specchio epigrafico’, ovvero la superficie inscritta; essa non viene sempre definita da un rettangolo piano, ma può assumere numerose forme geometriche, come un cipo migliaro, avere confini meno delimitati nello spazio, come nelle iscrizioni arabe, nelle quali le scritte si miscelano a motivi floreali, o come le statue-geroglifiche egiziane. Diventa inoltre importante unire materialità archeologica (document editing) e interpretazione del testo (textual editing) in una “ricostituzione diplomatica” dell’oggetto in caso di lacuna (Lamé 2015b) tramite un tool dedicato, il MarkOut, che permette di associare calco digitale, paleografia e codifica testuale al momento della decifrazione.
MarkOut è un'interfaccia web (HTML5 e Javascript) che permette di tracciare le iscrizioni su di un'immagine e successivamente di correggere le linee tramite dei punti di controllo, consentendo di ottenere facilmente una rappresentazione fedele con uno strumento, il mouse, non proprio ideale, ma alla portata di chiunque.
Ad ogni segno viene associato un simbolo di un alfabeto predefinito, o eventualmente una variante di una lettera (Unicode code point + un indentificatore della variante). L'interfaccia infine permette di gestire più strati di scrittura e nel caso siano disponibili rappresentazioni RTI, è possibile variare l'illuminazione dell'iscrizione per facilitarne l’osservazione.
Il risultato finale è un file in formato SVG, che può essere condiviso online, processato automaticamente per estrarre la trascrizione in altri formati (es. TEI), inserito in un database ad hoc, o impiegato in algoritmi che analizzino la forma delle varie lettere e la loro posizione topologica sul TBO.
Questa interfaccia è concepita per servire i vari tipi di usi, con alcune varianti nel suo design: la discussione scientifica tra esperti (MarkOut Expert), la formazione degli studenti universitari alla decifrazione di iscrizioni (MarkOut Assisted, see Lamé 2016), la mediazione museografica verso il pubblico generale del museo, adulti e bambini. Di seguito, immagine dell’etichetta 12563 con il MarkOut Assisted.
Specialmente, il MarkOut Kids, in corso di sperimentazione presso i bambini da 4 a 10 anni, permette di mettere in pratica esercizi di scrittura del programma scolastico combinato ad un contatto con l’oggetto archeologico. Il gesto continuo che consiste nel designare la forma di una lettera dell’alfabeto viene associato a quello più astratto di identificazione e riconoscimento di un segno alfabetico con la sua posizione su una tastiera e il suo inserimento in modo tale che compaia associato al disegno sullo schermo.
Il Tesserarum Sisciae Sylloge è finanziato dal Ministero della Cultura Croato, dal Comune di Zagabria e dall’European Association for Digital Humanities. È realizzato dal Laboratorio di Cultura Digitale dell’Università di Pisa con la partecipazione del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Bibliography

Borillo, M. (1984).
Informatique pour les sciences de l’homme: limites de la formalisation du raisonnement. (Philosophie et langage). Bruxelles: P. Mardaga.

Lamé, M. (2015a). Primary Sources of Information, Digitization Processes and Dispositive Analysis. New York: ACM.

Lamé, M. (2015b). Scritture in contesti: il dispositivo epigrafico come veicolo di echi epigrafici.
Lexis,
33: 9–17.

Lamé, M., Ponchio, F., Robertson, B. and Radman-Livaja, I. (2016). Teaching (Digital) Epigraphy. Rome: La Sapienza.

Masséglia, J. (2015). The Ashmolean Latin Inscriptions Project: Bringing epigraphic research to museum visitors and schools.
Studi Umanistici – Antichistica Convegni Information Technologies for Epigraphy and Cultural Heritage. Rome: La Sapienza, pp. 221–30.

Pierazzo, E. (2015).
Digital scholarly editing: theories, models and methods. Farnham; Burlington: Ashgate.

Radman-Livaja, I. (2014).
Tesere Iz Siska/Plombs de Siscia. Vol. IX/1-IX/2. (Musei Archaeologici Zagrabiensis Catalogi et Monographiae). Zagreb: Archaeological Museum in Zagreb.

Ridge, M. (2014).
Crowdsourcing Our Cultural Heritage. Farnham: Ashgate.

Rosselli del Turco, R. (2015). Edition Visualization Technology: A Simple Tool to Visualize TEI-based Digital Editions.
Journal of the Text Encoding Initiative(8).

Terras, M. (2006).
Image to Interpretation: An Intelligent System to Aid Historians in Reading the Vindolanda Texts. Oxford: Oxford University Press.

Terras, M. (2015). Opening Access to Collections: the Making and Using of Open Digitised Cultural Content.
Online Information Review(Special Issue on Open Access: Redrawing the Landscape of Scholarly Communication).

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ADHO - 2016
"Digital Identities: the Past and the Future"

Hosted at Jagiellonian University, Pedagogical University of Krakow

Kraków, Poland

July 11, 2016 - July 16, 2016

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Series: ADHO (11)

Organizers: ADHO